Benvenuto guadagnoCosa meglio del motto, “Benvenuto guadagno”, che gli archeologi hanno trovato sui muri della città antica, o il Priapo che pesa l’enorme fallo, (simbolo di fecondità e ricchezza), della casa dei Vetti, può rappresentare l’identità di Pompei? Il commercio rivestiva un ruolo fondamentale nell’economia locale come testimoniato dall’abbondanza di botteghe e taverne. Si commerciavano principalmente prodotti agricoli, anche se si erano sviluppate delle attività artigianali o “industriali” legate alla trasformazione dei prodotti dei campi, come ad esempio i profumi o la lana, che dalle pecore allevate in tutta la regione veniva fatta convogliare in città per essere lavata, filata, intessuta e tinta. I fullones (potremmo tradurre con lavandai) non conoscevano il sapone, che era sostituito da un liquido sgrassante composto da acqua, soda ed orina. Per ottenere l’orina necessaria le lavanderie dell’epoca invitavano i viandanti a orinare nei loro contenitori. I dintorni di Pompei fornivano grandi quantità di olio, vino, cereali, frutta e verdura e in città sono stati trovati frantoi sofisticati per l’epoca e molte macine per la produzione della farina da cui ricavare il pane. Dalle altre regioni dell’impero arrivavano prodotti rari o raffinati per i ricchi. La vicinanza del mare, che all’epoca lambiva la città, permise lo sviluppo della pesca, (come dimostrato dal ritrovamento di reti, ami ed attrezzi per la pesca). Il fiume Sarno, allora molto pulito e navigabile, come dimostrano alcuni dipinti pompeiani, oltre a dare fertilità al territorio offriva riparo ad una ricca fauna ittica, specie alla sua foce. La grande produzione di pesce serviva a preparare il garum, un “prelibato” condimento che i romani usavano su moltissimi alimenti.

    La presenza di molti commercianti provenienti da fuori Pompei ha sviluppato il cosiddetto indotto dell’ospitalità. Abbondano i termopolium (taverne e/o bar dell’epoca, non molto diversi dai nostri) dove si poteva comprare un po’ di vino, che i romani usavano annacquare e talvolta bere caldo, consumare un pasto e in alcuni casi anche un rapporto sessuale con una schiava nei locali superiori. Molto famoso per i suoi dipinti erotici è il lupanare, una casa di piacere che unica in tutta Pompei è stata costruita e non adattata allo scopo.

    Cosa mangiavano i pompeiani?
    I dati pervenuti sia dagli affreschi con scene di vita quotidiana che dai resti carbonizzati ci indicano che i romani
    Mangiavano molta frutta, pane, verdura, olive e formaggi sia di pecora che di mucca. Sono stati trovati semi di fave, ceci, lenticchie e addirittura meloni. In alcune case sono stati trovati resti carbonizzati di mandorle, noci e nocciole. Il pesce, ma soprattutto la carne erano piatti costosi ed il romano medio non poteva accedervi se non molto di rado.

    testi: Starnetwork